È meglio
regnare all'Inferno, che servire Kinder Paradiso.
Mia madre è
sempre stata una persona timorata di Dio. Durante la mia tormentata infanzia
non c'era una volta in cui cadendo e sbucciandomi un ginocchio ella non
affermasse: - Oh, povero Angelo! Sei caduto? Ti sei fatto molto male? No,
Madre, questo non è niente rispetto al dolore e all'angoscia che sento
irrompere nelle mie viscere. Sapete, sono sempre stato un discolo, un bimbo
pestifero. Perciò se siete qui per sentire una storia di redenzione, di perdono
o di ammissione delle proprie mancanze, vi avverto: girate i tacchi e cambiate
aria. Qui non c'è posto per il rimpianto. Qui c'è da discutere solo le ragioni
per cui ho ricevuto un ordine di sfratto esecutivo. Sappiate che ci sono tante
versioni su questa vicenda e quello del piano di sopra ti fa una testa enorme
con il discorso di rimettere a noi i nostri debiti. Ma in pratica i suoi
scagnozzi sono dei semplici aguzzini senza ritegno. La parte lesa in questa
vicenda sono io. Un povero Diavolo come tanti, che non mena il can per l'aia e
che tenta faticosamente di sbarcare il lunario, facendo quello che può e troppo
spesso ciò che deve. Sapete in questo strano pazzo mondo ci sono troppe cose
che vengono dimenticate, omesse o fraintese. Ve ne indico qui di seguito un
po', così vediamo di capirci e di sintonizzarci sulla giusta frequenza. Una
trasmissione radio per gli inferi, quindi se sentirete più in là dei crepitii o
quel tipico suono di uova che friggono, non tentate di sistemare il vostro
apparecchio radiofonico. Gli effetti speciali qui sono tutti miei e non vi sto
chiedendo un surplus né la sottoscrizione di alcun abbonamento premium. Si usa
dire che faccio degli strani patti e che ho un senso della vendetta e della
giustizia mefistofelica. In realtà le cose vanno in un altro modo, precisamente
vanno all'Inferno! Se siete mai stati nel sud della Calabria, saprete a cosa mi
riferisco. Altrimenti ascoltate e fate poco baccano, che qui quello che ha un
diavolo per capello sono io, specialmente da quando Cesare Ragazzi mi sta
tampinando per un trapianto di bulbi peliferi. È sbagliato confondere la
tenerezza con la debolezza, il silenzio con la distrazione, il garbo con la
fragilità. Serve invece una visione più profonda e vigile per comprendere e
notare queste sottili differenze. È come dice il mio amico Eddie: "Non
esistono due fuochi uguali. Ci sono fuochi grandi e fuochi piccoli e fuochi di
tutti i colori. C'è gente di fuoco sereno, che non si cura del vento, e gente
di fuoco pazzo, che riempie l'aria di faville." Parola del Diablo.
Ora, ci sono
due modi di raccontare una storia. Voi finora avete appresso il metodo più
noioso e convenzionale, quello di trombe del giudizio universale e di cori
angelici eterei e snervanti, pieni di melassa e di vacuità. Falsi. Io invece
come produttore musicale ho sperimentato tutta la gamma di percussioni, zoccoli
di cavalli pazzi che corrono sul baratro dell'umanità e chitarre incendiarie
senza possibilità di redenzione. Anche la voce l'ho trattata con lo stesso
criterio e non per vantarmi ma ho ricevuto ottimi feedback dai migliori
produttori che l'umanità abbia mai conosciuto. Ok, non sono un grande
appassionati di organi, quelli li lascio volentieri a San Pietro, a Ray
Manzarek e a Johann Sebastian Bach. Nella vita, se ci riflettete bene, è
importante il sacrificio, la ribellione, l'ambizione e l'orgoglio. Si dice che
l'orgoglio preceda la paura. Io non so se è vero, ma posso dirvi che non ho mai
amato i soprusi né i politicanti che cercano di coinvolgerti nella loro causa,
ma raramente ti danno ascolto quando sei tu a chiedere. O pensate che realmente
il Padreterno abbia forgiato questo pazzo strano mondo tutto da solo? Se
credete in questo non so proprio che dire, tranne una cosa. Nel vostro illogico
universo avete incensato la figura dell'eroe, mortificando quella del ribelle,
relegandola al ruolo di antagonista, o ancora peggio del comprimario di turno. Eppure in questa
visione limitata e angusta dei fatti, risiede il vostro marchiano errore.
Perché l'eroe è soltanto l'uomo che si è volontariamente sottomesso al fine di
espiare le proprie colpe, i tormenti. Quel fallo che è caratteristica peculiare
di colui che compie un'azione. Fare del bene, come usate dire abitualmente. Senza riflettere più di tanto, illusi e orbi quali non siete altro, voi state dimenticando una cosa fondamentale: dietro ogni azione a fin di bene, ci sarà qualcuno che perirà
sotto i colpi dell'Eroe. Eppure il mondo celebra l'eroe, quasi mai il vile
caduto. Perché in questo mondo la storia viene abilmente contraffatta dai
potenti, da chi riceve il premio. Per chi arriva secondo c'è un ricco e abbondante premio di consolazione: prenderselo riccamente nel
posteriore, molto spesso meritandolo, tra le altre cose.
Venga il tuo regno? Cazzate di
dimensioni titaniche! Perché è proprio nel nostro inconscio che vengono
combattute e vinte le nostre battaglie più memorabili. Ed è qui che risiedono
tutte le energie vitali che non riusciamo a traferire nel mondo terreno. Vi sto parlando di un regno fatato, quello popolato da orchi e da eroi: immagini
favolose della nostra perduta infanzia. Qui risiede quella primaria energia che
non potremo mai trasferire nella maturità. Se fosse possibile portare a galla
anche solo una parte di quel Paradiso Perduto, la nostra vita ora sarebbe un
meraviglioso Eden dentro cui cullarci, vivendo in piena armonia e
serenità. Potendo trasferire quelle obliate energie collettive del nostro mondo
perduto, noi saremmo i benefattori, eroi da incensare, personaggi di importanza
non solo locale, ma storica! E' un discorso utopico, perché questo mondo non è
stato costruito per girare per il verso giusto, quello a noi favorevole e la ragione è anche semplice e un po' banale.
Il
Padreterno si è servito di società che fanno subappalti, infatti vennero utilizzati
gli stessi metodi di lavoro concepiti e adatti per Saturno Contro, Mercurio,
Marte e quella suadente e tenebrosa Venere. Io lo so perché ero presente
durante una delle loro inutili e noiose riunioni. La mia società di appalto è
stata fatta fuori, per motivi fiscali, dicono loro. Io sapete invece come la
penso? Meglio regnare all'Inferno con l'aria condizionata a palla che servire
Kinder Paradiso. Che poi a volerla dire tutta, dovete sapere che sono state
messe in giro delle voci sul mio conto che non corrispondono a verità. Primo:
non è vero che ho una risata satanica. Mi capitò un paio di volte dopo aver
bevuto troppo di vedere qualche commediola leggera hollywoodiana e lo ammetto,
non resisto all'umorismo di Ben Stiller e Owen Wilson, ora questo fa di me un
grande peccatore? Bene, lo accetto senza problemi, ma resta il fatto che San
Pietro e tutti quei parrucconi sono andati in giro a raccontare un sacco di
fregnacce. Non ho affatto gli zoccoli da caprone. Porto degli stivaletti fatti
a mano elegantissimi. Sono loro che si ostinano a non andare da un oculista
nonostante le cataratte. Ci sarebbe poi sta storia triste delle corna. Ok, lo
ammetto sono sempre stato un fan dei Prodigy e mi faceva impazzire il look di
Keith Flint. Ma cavolo, era solo un costume di Halloween. Questo per farvi
capire il livello di mistificazione e di macchina del fango che manco i nazisti
con gli ebrei avevano saputo concepire. Perciò va bene, ammetto sono un tipo
sofisticato ed eccentrico e mi piace la bella vita. Dovrei forse vergognarmene? Che importa se il campo è perduto? Non tutto è perduto; la volontà indomabile,
il disegno della vendetta, l'odio immortale e il coraggio di non sottomettersi
mai, di non cedere: che altro significa non essere sconfitti?
Ma almeno non
sono un ipocrita. Non ho mai detto al prossimo che la vera essenza della vita
sta nel sacrificio. Per me sono tutte balle! Sostengo invece che la giovinezza,
la bellezza sono il tempo della costruzione, motivazioni per cui è necessario e
giusto lottare, competere. Ok, sono una persona competitiva e mi piace anche
scommettere sugli eventi sportivi. Specialmente le corse dei cavalli, ma questa
è un'altra faccenda. E vi giuro pagherò tutti i debiti, prima o poi. Quannu
mi cadanu i sordi da 'a sacchetta, come si usa dire da queste parti. Sono
un medio peccatore, ma almeno non sfrutto la retorica per dire che non si
arriva da nessuna parte senza sacrificio. Voglio dire chi lo sostiene è anche
un grande nepotista e familista. Fatevi due conti, perciò. Lo sforzo e il duro lavoro
costruiscono un ponte tra i sogni la realtà. Io non ho inseguito il successo,
ho seguito la vita, cercando di capire dove mi trovavo e perché. Alle volte mi
sembrava di viaggiare a bordo di un treno diretto verso la Gloria Eterna.
Eppure io non ero qui, mi spostavo come una nuvola nel cielo, in una calda
infernale mattina di luglio, dove la speranza era alta e il sole scaldava la
fronte di chi come il sottoscritto, aveva ancora piena fiducia nei propri
mezzi. Questo mondo era la mia speranza, il futuro un biglietto di sola andata
per l'inferno da vidimare.
Parola di un povero Diavolo sotto sfratto
esecutivo come tanti!
(Firmato Satan)
Illustrazione originale di Elena Artese